BONUS WILLIAM HILL

venerdì 20 gennaio 2012

Megaupload, Megavideo chiusi dal FBI




Si chiude l'epoca del file hosting pirata: il Dipartimento di Giustizia statunitense ha fatto chiudere Megaupload, Megavideo . I responsabili adesso rischiano 60 anni di carcere. Si stima che l'attività abbia fruttato 175 milioni di dollari e generato circa 500 milioni di dollari di danno alla casse dei detentori di copyright.






Megaupload, Megavideo e Megaporn sono stati chiusi
 definitivamente dal FBI su ordine del Dipartimento di Giustizia 
statunitense. Mentre la community online ieri tentava di elaborare il
 luttoAnonymous ha prontamente reagito atta
ccando i siti dello US Department of Justice, Universal Music, RIAA 
(Recording Industry Association of America) e MPAA (Motion Picture 
Association of America).
Le accuse (Indictment del Tribunale di Alexandria - Virginia) nei confronti dei 
gestori di Megaupload, la piattaforma di file hosting più nota
 del Web, sono gravissime. Si parla di un'incredibile e 
monumentale violazione delle norme sul copyright.
 Com'è risaputo la piattaforma online principale e
 quelle periferiche hanno consentito a lungo la
 condivisione di film, musica, libri e ogni genere di file pirata
Megaupload
La differenza sostanziale rispetto al mondo P2P è che ogni contenuto
 veniva archiviato in anonimato sui server della società. Pagando un
 abbonamento da pochi dollari al mese si poteva procedere poi con
 il downloading al massimo della velocità consentito dal proprio
 servizio ADSL. Senza contare il sistema di bonus che premiava gli
 utenti che riscuotevano maggiore successo nell'attività di sharing. 
Non a caso le ricerche dei file avvenivano tramite specifici motori di
 ricerca, blog o forum. 
Si stima che tutta questa attività abbia generato non meno
 di 175 milioni di dollari di ricavi, grazie a pubblicità e 
abbonamenti, e circa 500 milioni di dollari di danni per i
 detentori di copyright.
Alla sbarra sono finiti 7 individui e 2 società (Megaupload
 Limited e Vestor Limited). La pena massima che si
 rischia è piuttosto alta: 20 anni di prigione per cospirazione
 a scopo di racket, 5 anni di prigione per cospirazione a 
scopo di violazione di copyright, 20 anni di prigione per 
cospirazione a scopo riciclaggio di denaro sporco e infine
 5 anni di prigione per la sostanziale violazione criminale 
del copyright. Per un totale di 60 anni carcere.
Kim Dotcom con un'amica
Fra gli imputanti ovviamente chi trema di più è il gran capo:
 Kim Dotcom (aka Kim Schmitz e Kim TimJim Vestor), 
un trentasettenne residente a Hong Kong e in 
Nuova Zelanda. Completano il team: Finn Batato,
 chief marketing officer tedesco, Julius Bencko, 
grafico slovacco, Sven Echternach, responsabile
 sviluppo tedesco, Mathias Ortmann, CTO tedesco, 
Andrus Nomm, sviluppatore software estone, e Bram
 van der Kolk, responsabile network olandese.
Kim Dotcom con un amico
Al momento sono stati arrestati a Auckland solo Dotcom,
 Batato, Ortmann e van der Kolk, mentre Bencko, Echternach
 e Nomm sono ancora alla macchia. La confisca dei beni si 
aggira già sui 50 milioni di dollari.
L'intera operazione ha coinvolto le forze dell'Ordine e la 
Giustizia di Stati Uniti, Nuova Zelanda, Hong Kong, Olanda, 
Regno Unito, Germania, Canada, Australia e Filippine.
Aggiornamento. Online è comparsa una nuova pagina 
Web di Megaupload con una scritta: "Non abbiamo 
alcun nome di dominio per ora ma solo questo
 indirizzo IP (http://109.236.83.66). Attenzione ai
 siti di phishing. Questo è il nuovo sito Megaupload,
 stiamo lavorando per tornare a pieno regime.
 Segnate nei Preferiti il sito e condividete il nuovo
 indirizzo su Facebook e Twitter".
Però attenzione potrebbe trattarsi di un
 IP Fake poiché fa riferimento a un service provider
 olandese (low cost) in difficoltà economiche che si chiama WorldStream.
Ringraziamo per l'analisi sul campo la Dark-net di Legnano.

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